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LA GRAN BOTTA FRA LUCCHESI E FIORENTINI DI LANDUCCI SI PRESENTA A PALAZZO PRETORIO

I protagonisti portano il nome Andrea di Landuccio, Giovan Domenico Puccinello detto Pulce, Caterina di Mindo, Nestore di Nuccio, ma fra i tantissimi personaggi di questo corposo romanzo storico scritto da Oriano Landucci, “La gran botta del 1430 sul fiume Serchio tra Lucchesi e fiorentini, (Pacini Fazzi, collana “Storica”) occhieggiano nomi certo più noti alla ‘grande storia’ come Alfonso d’Aragona, principe di Castiglia, il Capitano di Ventura Bartolomeo Colleoni, il nobile fiorentino Cosimo De’ Medici, Nicolao degli Onesti, Vicario di Montecarlo, il duca di Milano Filippo Maria Visconti, così come anche gente del popolo sconosciuta ai più e addirittura animali come Rinaldo, il cavallo frisone di Ser Teodoro Neri o Chiarina, la capra di Landuccio… Tutti insieme a comporre un grande affresco che rievoca con vivace verosimiglianza l’ambiente del contado lucchese dei primi decenni del Quattrocento quando precisamente nel 1430, sul fiume Serchio scoppiò la “gran botta” la strepitosa vittoria di Lucca su Firenze che per tanti secoli ha lasciato traccia nella memoria collettiva dei Lucchesi che l’hanno celebrata annualmente fino all’avvento di Napoleone. Una grande battaglia di cui il romanzo offre al lettore a fianco dell’articolazione della storia ufficiale, quella più umile e quotidiana, quella vissuta dal popolo: la storia delle vessazioni imposte dalla guerra così come dagli straripamenti del Serchio, dalla carestia, dalla miseria, dalla povertà.

Di questo si parlerà venerdì 3 febbraio a Palazzo Pretorio (Sala Autorità di Bacino del Fiume Serchio” nella presentazione del volume promossa dall’Accademia Lucchese di Lettere Scienze ed Arti, introdotta dal saluto del Prof. Raffaello Nardi, Presidente dell’Accademia con i contributi di Pietro Paolo Angelini e di Giovanni Macchia.

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