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Storie di Guerra e Resistenza. Garfagnana 1943-1945

guerra e resistenza in Garfagnanadi Feliciano Bechelli


pp. 224, f.to 16×24, ill. b/n, 2015
ISBN 978-88-6550-452-9
Esaurito

Disponibile anche in formato Kindle

Il volume oltre alla narrazione delle battaglie partigiane più importanti, che porta la Garfagnana oltre i propri confini, ben addentro la storia della Resistenza italiana, Bechelli affronta anche la questione della “giustizia” e delle “vendette”, ricostruendo – a partire proprio dal funzionamento del “tribunale” della Divisione Lunense – alcuni episodi nei quali personaggi coinvolti a vario titolo con il fascismo repubblicano sono eliminati dai partigiani. Storie dure e difficili da raccontare, ma qui affrontate senza finzioni, mettendo a confronto le memorie e intrecciandole con le carte, analizzando quindi i fatti, e il contesto, tragico e complicato, di un tempo e di una dimensione – quello della guerra di Liberazione e della guerra civile – che spesso non consente mezze misure. Questo libro ci regala insomma “storie di guerra e resistenza” di grande importanza, belle e sofferte assieme, da leggere, da discutere e raccontare ai più giovani, perché è questa la stagione della storia d’Italia che ha gettato le basi per la costruzione della democrazia repubblicana e della convivenza civile garantita dalla Costituzione. Una stagione di cui ancora non sappiamo tutto, e proprio per questo l’impegno dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea sarà nei prossimi anni quello di realizzare una compiuta storia dell’antifascismo.

Queste pagine di guerra e resistenza in Garfagnana ricostruiscono appieno le esperienze della guerra e della resistenza in Garfagnana. I bombardamenti, gli sfollamenti, l’emergenza alimentare e la fame, tratteggiano l’impatto della guerra totale su queste comunità. Bechelli dà conto dei principali bombardamenti (dall’estate 1944 sino alle drammatiche azioni del 28 dicembre a Pontecosi, quando viene sterminata la famiglia Guidi, del 17 gennaio a Castiglione e del 13 febbraio a Castelnuovo, la più grave con i suoi 30 morti), li descrive restituendoci i sentimenti di paura e dolore che caratterizzano il quotidiano in quei mesi e elenca i nomi delle vittime, non per mero dovere di cronaca, ma in modo da inserire questi episodi all’interno di una compiuta narrazione storica, e quindi, in un certo senso, fare anche giustizia.

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