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Il tempo dei lucchesi. La Torre delle Ore e il suo orologio

Maria Luisa Beconcini


pp. 48, f.to 21×21, ill. col,bilingue italiano- inglese, 2017
ISBN 978-88-6550-868-5
€ 8,00

Pubblicazione a cura del
Rotary International – Club di Lucca

Lucca era una città dove le torri, simbolo di potere e ricchezza, oltre che elemento tipico dell’architettura medioevale, fiorirono nel corso dei secoli; Lucca ne contava certamente oltre cento.
Le torri civiche servirono per affermare il potere pubblico comunale su quello delle famiglie nobiliari e le campane in esse contenute hanno scandito i momenti della vita civile, in analogia e, a volte, in contrasto con quelle dei campanili delle chiese.
La Torre delle Ore viene acquisita al patrimonio della Repubblica con una serie di atti voluti dalla famiglia Guinigi a partire dalla fine del quattordicesimo secolo e da allora ne è stata uno dei simboli.
Fin dal 1300 il suo orologio ne è parte inscindibile: la macchina è stata molte volte sostituita, ma è sempre stata un punto di riferimento per una città che ha fatto della “libertas” uno degli elementi di forza e di diversità lungo tutta la sua storia di capitale di una piccola repubblica.
Da troppo tempo non si udivano i rintocchi della grande campana: finalmente, dopo molti anni, a completamento di una importante serie di lavori di ristrutturazione interna eseguiti dall’Opera delle Mura di Lucca, che gestisce la struttura, e grazie al contributo fondamentale del Rotary Club di Lucca, l’orologio della Torre Civica delle Ore tornerà a vivere e segnare lo scorrere della vita cittadina, oggi sempre più distratta da “rumori” di altro genere.
La macchina dell’orologio è il cuore della Torre e le varie realizzazioni si devono ad artefici lucchesi come Labruccio Cerlotti ed esteri come il ginevrino Louis Simon.
Questo non riveste, però, fondamentale importanza, se non come interessante dettaglio storico: è la voce della città che torna finalmente a farsi sentire.

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