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Antifascisti lucchesi nelle carte del Casellario Politico Centrale

per un dizionario biografico della Provincia di Lucca

a cura di Gianluca Fulvetti e Andrea Ventura


pp. 216, f.to 17×24, ill. b/n, 2017
ISBN 978-88-6550-643-1
€ 15,00

La Resistenza non fu il prodotto lineare e ineluttabile di un’opposizione di lungo corso, e non solo per questioni anagrafiche. Tra i partigiani affluirono giovani renitenti e disertori che probabilmente non conoscevano niente delle tradizioni politiche pregresse; donne e uomini spinti dall’insofferenza verso la guerra; sfollati dai bombardamenti che negli anni precedenti avevano vissuto l’esperienza delle amministrazioni provinciali fasciste caratterizzate dall’inefficienza, dalla corruzione, dalla prepotenza, dai favoritismi, dall’apatia e dalla violenza. Lo stridente contrasto tra la roboante propaganda fascista e un presente segnato dalla fame e dalle difficoltà quotidiane fu un aspetto rilevante per la “scelta” di molti. Il resto, in modo determinante, lo fecero l’occupazione tedesca, i potentati locali dei fascisti repubblicani, i bandi draconiani della rsi e la brutale repressione degli oppositori.

Circa due anni fa l’ISRECLU ha avviato un progetto di ricerca sulla storia dell’antifascismo e della Resistenza in provincia di Lucca. Per far questo, non si poteva che partire dalle carte, e quindi da quello che è il deposito archivistico più ricorrente negli studi sull’antifascismo: il Casellario Politico Centrale, lo strumento di controllo e repressione dei “sovversivi” inaugurato con la circolare 5116 del 25 maggio 1894 in quella Italia liberale, che, a fine Ottocento, inizia a fare i conti con gli anarchici, i socialisti, le Leghe e le Società di Muto Soccorso, i moti, gli scioperi e le sommosse, le Camere del lavoro, la violenza sociale e quella politica. Gestito dal personale del Ministero dell’Interno in raccordo con le prefetture e le questure, questo sistema viene integrato dal fascismo con gli strumenti repressivi previsti dalle cosiddette “leggi fascistissime” che vedono la nascita del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, dell’Opera Vigilanza e Repressione Antifascismo, di un nuovo Testo Unico di Pubblica Sicurezza; e porta nel corso degli anni all’apertura di oltre 150mila fascicoli personali.

Questi materiali sono stati conservati dall’Archivio Centrale dello Stato di Roma e indicizzati in un database, grazie al quale abbiamo individuato 1374 persone nate o residenti in provincia di Lucca. Rispetto a questo dato, Andrea Ventura ha operato degli aggiustamenti e delle integrazioni, tenendo conto di variabili interpretative e geografiche. Ad oggi, abbiamo quindi a disposizione una banca dati di circa 1600 nominativi, i cui fascicoli sono stati riprodotti presso l’ACS e sono adesso depositati su supporto digitale e consultabili presso l’archivio dell’ISRECLU. Nel libro si trovano le informazioni sulla vita di 120 di questi antifascisti, 111 uomini e 9 donne: individui rimasti a lungo nelle pieghe e nei cassetti della storia, ma anche personaggi più noti e anche già studiati, come Luigi Salvatori, il “padre” del socialismo versiliese; Giuseppe Del Freo, insegnante viareggino, maestro di generazioni di democratici e antifascisti; Guglielmo Pannunzio, avvocato e giornalista…

 

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