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Eugenio Lazzareschi. Cultura lucchese nei giornali d’epoca (1923-1940)

Eugenio Lazzareschidi Eugenio Lazzareschi
a cura di Giovanni Macchia


pp. 264, f.to 17×24, 2013
ISBN 978-88-6550-187-0
€ 16,00

Di Eugenio Lazzareschi parlano le monumentali opere che nel corso della sua vita operosa hanno lasciato un segno indelebile nella storia cittadina, e in quell’Istituto glorioso in cui visse ed operò sino alla vigilia della sua scomparsa. Degnissimo continuatore della grande tradizione archivistica lucchese, emulo e discepolo di Salvatore Bongi e di Luigi Fumi, maestro di Domenico Corsi, nel chiudere l’introduzione ad una delle sue opere più importanti, il regesto del Carteggio di Paolo Guinigi, con il quale riabilitò e pose nella giusta luce della storia il magnifico Signore di Lucca, accennava al «quotidiano lavoro d’archivio» nel quale aveva trovato «quella serena pace dell’animo» che lo accompagnò per tutto il corso del suo nobile lavoro. E in quella serena pace Lazzareschi trovò il tempo e la forza di scrivere centinaia di piccoli e mirabili articoli con i quali volle portare al largo pubblico dei lettori, mediante le colonne dei principali quotidiani lucchesi, le suggestioni più notevoli di una storia cittadina capace, per episodi, di riscoprire fatti e personaggi partecipi di una grandezza non dimenticata.
Significativa dimostrazione di come fosse possibile accompagnare, al rigore scientifico di un’attività destinata a pochi, la capacità di porgere ai più i risultati di una ricerca basata sempre su inoppugnabili fonti documentarie, espressa in un’incomparabile, signorile, elegantissimo stile letterario, queste pagine, anticipazioni sovente di saggi ed articoli poi pubblicati sulle riviste scientifiche del suo tempo – principalmente su quel magnifico “Bollettino Storico Lucchese”, del quale fu il principale redattore -, trovano ora degna sistemazione per iniziativa dell’Accademia Lucchese, della quale egli fu, per molti anni, il principale responsabile, pur se col titolo di vice presidente, per lasciare quello di Presidente al re d’Italia, come voluto dallo statuto dell’Accademia.
A chi gli è succeduto, molti anni dopo la sua scomparsa, nelle responsabilità e nella gestione dell’Archivio di Stato, non può certo essere indifferente una così significativa occasione per ricordare il Maestro, la cui opera continua a servire, giornalmente, coloro che nell’Istituto Lucchese portano avanti i propri interessi storiografici e di ricerca, ed essere di valido supporto ai superstiti archivisti contemporanei. Le valide operazioni di adeguamento e di potenziamento tecnologico che l’Archivio di Stato ha realizzato, e continua a proporre, si sono potute raggiungere, meglio e prima di altri istituti nazionali, proprio per il grande lavoro di inventariazione, registrazione ed edizione che Bongi, Fumi, Lazzareschi e gli altri archivisti lucchesi hanno realizzato nel corso del loro «umile e sereno» lavoro quotidiano.

Accademia lucchese di scienze lettere

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