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Pane… amore e fantasia

pane_amoredi Lavinia Bindi


pp. 80, f.to 12×16,5, 2009
ISBN 978-88-7246-930-9
Esaurito

In casa nostra non si sprecava nulla. Figuriamoci il pane. Era un pane scuro, cotto in campagna nel forno a legna e ogni lunedì, insieme alla verdura, il contadino ci portava quanto serviva per tutta la settimana. Quello secco, che proprio non si poteva mangiare più a tavola, veniva messo in un sacchetto bianco appeso a un chiodo con un nastro e adoperato quando serviva: per zuppe, polpettoni, ribollita, pappa al pomodoro. Anche quando non ci fu più né il contadino né il pane vero di campagna, il pane avanzato veniva messo nel sacchetto bianco. Bisogna dire che il pane toscano, senza sale e senza grassi, si conserva meglio del pane delle altre regioni; ma con tutti i pani d’Italia si possono fare le stesse ricette e se la consistenza è un po’ diversa, pazienza. Perché, con quel che costa il pane… è meglio non buttarlo via se è secco, quando si può utilizzarlo in ricette gustose, semplici da fare, belle da vedere.

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