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Michelina Di Cesare

di Nadia Verdile

pp. 120, f.to 12×16,5, 2019
ISBN 978-88-6550-721-6
€ 8,00
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Sbandati, partigiani, criminali. Chi furono le brigantesse e i briganti che nel meridione della neonata Italia, all’indomani dell’unità o dell’annessione, misero sotto scacco un intero paese, una nuova nazione?

Raccontare la loro storia vuol dire narrare la storia di popoli che furono al centro di disegni politici che di loro non tennero conto ma che di loro si servirono per creare, o stabilizzare, una nuova classe dominante. […]
Per le donne fu ancora più difficile e complesso. Chi erano le brigantesse? Cosa hanno rappresentato in quel decennio di lotte le loro menti, i loro corpi, le loro armi?
Michelina Di Cesare (Caspoli, 28 ottobre 1841 – Mignano Monte Lungo, 30 agosto 1868), nacque poverissima a Caspoli, oggi in provincia di Caserta. Giovane vedova, conobbe Francesco Guerra, ex soldato borbonico, disertore verso l’esercito italiano e poi capo di una banda di briganti e ne divenne la compagna; con lui visse in clandestinità e condivise il comando della banda fino alla cattura e all’uccisione.
Nadia Verdile
è nata a Napoli, vive a Caserta, le sue origini sono molisane. Scrittrice e giornalista, collabora con il quotidiano «Il Mattino». Ha venti libri all’attivo, molti suoi saggi sono stati pubblicati in riviste nazionali ed internazionali. Relatrice in convegni e seminari di studio, come storica, da anni, dedica le sue ricerche alla riscrittura della Storia delle Donne.
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